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#16948
fantavir
Partecipante

Ho trovato un esempio che forse convincerà tutti (visto che quello della morra cinese sembra non essere abbastanza convincente):

Vi sono due giocatori. Uno di essi  prende in mano dieci carte, numerate da 1 a 10. A ogni turno il giocatore mette a terra una carta coperta, e l'altro deve indovinare di che carta si tratta. Se indovina fa un punto. Si procede così finchè il giocatore rimane con una sola carta in mano, dopodichè i giocatori si scambiano i ruoli. Chi fa più punti vince.

Risultato: è un gioco in cui non c'è alcun fattore “fisico” di casualità. Tutto è governato “interamente” dalle scelte dei giocatori. Tuttavia è ovvio (e vi sfido a dimostrare il contrario) che è un gioco di pura fortuna, vince il giocatore più fortunato.

Ma no, forse alla prima carta… il resto è tutto probabilità…. lo sarebbe se il gioco finisse con la prima carta

Più che di probabilità, parlerei di memoria, se le carte che sono uscite non sono più visibili e il giocatore deve ricordarsele.
Comunque, a parte questa sottigliezza, sono d'accordo con Plautus in quanto anche per me si tratta di un gioco di sola fortuna (se le carte uscite restano scoperte).
Diciamo che è come “pari o dispari”.

Ciao

PS: volendo fare una battuta…. penso che però Rainman vincerebbe :) Se riesce a contare le carte in un mazzo da poker, figuriamoci in un mazzo di sole 10 carte.

Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)