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Spesso mi capita di pensare che sarebbe una bella idea fare un gioco con qualcun altro. Sopratutto quando ho una traccia del gioco ma vedo la prototipazione dell’idea un’impresa difficile. Allora mi vien dfa cercare qualcuno con cui svuiluppare assieme l’idea. Ma chi e’ piu adatto per portare avanti un gioco che ho pensato?
Ci vorrebbe una pagina per autore o iscritto, dove si parla un po del tipo di giochi che ci si ritrova a fare… perche alla fine ognuno ha una sua tipologia preferita, e andando ad analizzare tutte le idee ci si rende conto che piu o meno si ruota attorno a certi meccanismi e certe ambi9entazioni.Ora chi di voi e’ piu aferrato sui cooperativi?
Forse avrei da aprire un altro post, e forse la cosa va bene che venga postata qui.
Vi e’ mai capitato di realizzare un gioco con uno opiu altri autori? Che differenza c’è rispetto a farlo da soli? perche avete sentito la necessita di farlo assieme? Cosa ha aggiunto l’altra persona? Parlate insomma della vostra esperienza.Io sono alla mia prima esperienza in questi giorni.
Stiamo realizzando un giocone a 4 mani con un ragazzo di Mantova, lui ci mette roba e io la tolgo
Cioè, lui ha messo l’ambientazione e soprattutto il “concept” del gioco, il suo compito è principalmente quello di “mettere carne al fuoco”.
Il mio invece è quello di passare una mannaia sulle sue idee cercando di snellire il gioco.
In realtà parliamo insieme di quali meccaniche inserire, di cosa devono fare e come, etc.
Devo dire che mi piace, da un lato mi trovo il lato concettuale già fatto (un po’ come quando lavoro su commissione), da un altro quando mi blocco su qualcosa (“dannazione, pescare carte in questo modo non funziona!…”) so di avere qualcuno con cui confrontarmi e la soluzione arriva prima.NB: il gioco sarà BELLISSIMO.
Marco Valtriani
Red Glove Edizioni & Distribuzioni
Lead Designer
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Board Game Designers ItaliaPer me l’unica esperienza coautorale ha prodotto quel gioiello che è provincia Romana (sesto all’archimede). Direi che fare un gioco in due è da una parte indubbiamente stimolante, perchè c’è uno scambio continuo di idee, perchè di playtesta il doppio, perchè magari invece che incancrenirsi in una scelta sbagliata si sente l’altra voce e si corregge, perchè l’incontro tra autori è sempre bello e denso di idee…
però è anche faticoso trovare un linguaggio comune, dei compromessi efficaci (magari sei sicuro che quella soluzione sia quella giusta ma l’altro è convinto del contrario) e tempi coordinati. Non sempre credo si riesca….
ma vale la pena di tentare…
a me piacerebbe un altro tentativo…Non è proprio semplicissimo. C’è bisogno di una stima reciproca e di complementarietà (come nel caso di Iz). Senò si finisce per avere idee diverse, magari entrambe buone, per fare la stessa cosa e non si arriva da nessuna parte.
Trovo che sia ottimo, se se ne ha l’occasione, collaborare con una persona a portata di mano.
Avere qualcuno con cui condividere i test e stimolarsi reciprocamente la carica di entusiasmo dev’essere molto bello.Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.(da Flushed Away)
A me non dispiacerebbe una bella collaborazione, ma rischio in alcuni periodi di essere io una palla al piede per “cronica mancanza di tempi di playtest” (per questo, IlDavid, non credo di essere io la persona che stai cercando, ma se mi mandi un regolamento posso consigliarti su quello).
Malgrado ciò mi piacerebbe accettare l’offerta di Mago, magari dandoci un orizzonte di tempo adeguato (il prossimo Sant’Omero?)Col tempo, anche se non sempre dal vivo, credo di aver imparato a conoscere molti autori che frequentano IDG, individuandone diversi con cui credo che una collaborazione possa essere più semplice e produttiva…
Qualche esperienza di co-autorato alle spalle ce l’ho, di cui tante finite in nulla (molto per mia colpa) e qualcuna invece che ha portato frutto. La cosa che mi sento di consigliare, anche se suona strano, è di decidere dall’inizio o da un certo momento dello sviluppo chi è il ‘lead-designer’, cioè l’autore ‘capo’: cioè quello che alla fine ha l’ultima parola sulle scelte. Questo evita di girare intorno alla cosa e di andare a scegliere compromessi che per accontentare entrambi gli autori (io voglio il dado, tu vuoi le carte, mettiamo delle carte con dei dadi disegnati sopra) scontentano editori e giocatori.
Questo almeno se siete interessati al prodotto finale e non al design collettivo come puro esercizio di creatività."E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."A me sembra che spesso il co-design sia frutto piu’ dela necessita’ che della reale volonta’ di collaborare. Sovente si parte a fare il gioco da soli e quando non si riesce piu’ ad andare avanti si cerca un aiuto esterno indipendente e meno compromesso. Un atteggiamento piu’ obiettivo e meno coinvolto spesso e’ determinante per risolvere i blocchi (un po’ come accade nei nostri meeting). Il processo creativo diventa così una partita di ping pong dove ad ogni successivo stadio di sviluppo il gioco passa di mano, crescendo poco alla volta.
In altri casi invece si puo’ iniziare a lavorare assieme fin dall’inizio confrontandosi sull’impostazione generale e poi approfondendo via via i dettagli.
In entrambi i casi potersi vedere di persona e’ certamente utile a tagliare i tempi. Altrimenti sono centinaia di email per spiegare concetti e meccaniche difficili da comprendere via testo. Esemplare il gruppo di autori francesi formato da Faidutti, Laget, Cathala, Maublanc e ultimamente Bauza. Per costoro e’ infinitamente meglio fare due giochi in due che uno da soli. —> http://www.auteursdejeux.com
Nel nostro piccolo, anche a Piossasco ci si incontra a tre (Mainini, Alberto e me) testando a vicenda e collaborando su alcune idee. Ci vuole pero’ un affiatamento e una sensibilita’ che non e’ facile trovare. Un ottimo metodo potrebbe essere quello di avere un lead designer, come suggerito da Paolo, col compito di dare la rotta.
Walter Obert
in effetti a pensarci bene, se qualcuno volesse dare un’aggiustatina ad un semicooperativo in cui mi sono decisamente impiantato, gliene sarei gato.
L’idea e’ carina, il gioco mi piace in se, ma ha decisamente bisogno di una altra testa che lo rimodelli un po.
L’avevo pensato, dopo una fase ditest l’ho rimodificato… ora pero ho in testa altre idee (e cosi sara per sempre) e non riesco a rimettermi a pensarlo, a capirne il linguaggio… insomma sto con un’altra e ho bisogno di un baby sitterE’ bello come gioco, ha idee carine, una ambientazione nuova, e mi dispiace lasciare marcire i dati nell’hard disk.
Trattasi di un semicoperativo dove i giocatori sono parte dell’orda mongola che sta devastando l’asia (del medioevo) tutti con un interesse comune ma con un obiettivo propro. Un po simile al sistema di Repp of rome.
chie e’ inteessato mi contatti: david190#hotmail.it
Per parlare seriamente delle mie collaborazioni con altri autori servirebbero sei mesi di analisi psichiatrica, figuriamoci un post.
Ve ne riparlo quando quei gentili signori con i camici azzurri che ogni tanto mi portano le pillole decideranno che posso avere le mani fuori dalla camicia di forza per più di dieci minuti… :y32b4:
Post edited by: tanis70, at: 2008/11/06 10:51
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